Gioia di vivere: Oratorio Old Affori

Old foto (da B. P.) Oratorio di Affori di Via Brusuglio 67




Medaglie in Wermeil ai vincitori, della gara di catechisno (oratorio maschile vs.oratorio femminile) avvenuta in S. Giustina nel 1952.



Una..... Gioia di vivere, correva l'anno 1949.

Quel mese d’agosto, tutte le domeniche, quasi sempre ero solo in cortile, i compagni di giochi erano altrove presso parenti, le vacanze le avevo trascorse nel mese di luglio a Rimini, con la colonia della Manifattura Tabacchi (Bicocca). Mia madre, per non lasciarmi solo, si interessò presso alcune amiche ed un giorno mi disse: - In settembre, andrai all’Oratorio, ti accompagnerà Francesco, è lui che timbra le tessere all’entrata, così passerai le domeniche con altri ragazzi della tua età e della tua classe (2 B)…- Va bene mamma, so che il PierAngelo già ci và con suo cugino Franco e poi ci sono tanti altri: Silvio, Alfredo, Ornello, Silvano… - Allora d’accordo, vedrai, che più in là anche gli amici del cortile, prima o poi verranno pure loro. Di giorno, non avevo problemi, con mia zia in bici, cerchi in legno, marca “Cirillo” de solit, andavi a fora, al “Campasc”, passavo la giornata a voltare il fieno (girare l’erba 2/3 volte per farla seccare in pochi giorni), e strappare le erbacce che intasavano gli ortaggi ecc.
Oppure, saltavo sul carretto (el tumarell) dell’Ermano che a strada libera, (non c’erano molti automezzi, ma solo qualche motocarro) mi passava le redini del cavallo e guidavo sino ai campi nei pressi di S. Mamete. (Campasc, poi montagnetta rossa). Ma, il pomeriggio della domenica, era diventato noioso, perciò, andare all’Oratorio sarebbe stato diverso. Alla prima domenica di settembre 1949, alle due del pomeriggio, Francesco mi condusse all’Oratorio in via Brusuglio, cosicché a 7 anni, (domenica dopo domenica), mi ritrovai come nel cortile di casa mia, ma 10 volte più grande, con tanti amici, giochi, cinema ed anche “lezioni” di Catechismo (famose quelle tenute dal futuro On. Verga).
Quando varcai il portone di ferro per la prima volta, Francesco mi disse: - Aspetta qui, vado a prendere la chiave per aprire questa portineria, così ti rilascio la tessera, la timbro con la stelletta, poi, potrai giocare e vedere i film gratuitamente. Quando ritornò, aprì il portello della “reception”, mi compilò una tessera, la timbrò con la famosa stella (blù scuro) di presenza, e per l’iscrizione pagai meno di 100 lire (90).
In seguito con Don Angelo la timbratura venne eliminata, le tessere venivano perforate come i biglietti del tram poi furono abolite e si pagava un biglietto di 25 lire per ogni film. (In seguito 50 lire).
Bastò fare pochi metri che, sorpresa, metà della 2 B era lì, e tanti altri ragazzi, vicini di casa, persino dei cugini; si parlò del più e del meno, specie di calcio o del film in programmazione, la curiosità però, prese il sopravvento e feci il giro dell’Oratorio, un “Pretino” vedendomi per la prima volta, mi fermò, mi chiese chi ero, dove abitavo ed infine mi presentò ad altri che studiavano con lui in quel di Venegono. Mi soffermai soprattutto ai lati alberati del campo di calcio, dove si giocava sempre sino all'ora di Catechismo.
Famose le sfide dei “vecchi” Oratoriani che frequentavano “el bar di Paulot”, contro i giovani, al centro dell’attenzione c’era Don Paolo, che tifava per i vecchi e come riserva, entrava a volte in campo (tirandosi su la veste) e giocando per una buona mezz'ora.
Ad una certa ora, il suono della campanella, richiamò la mia attenzione, era giunta l’ora della lezione di Catechismo, però quel giorno non si tenne, le varie classi non erano ancora stabilite, la vita Oratoriana riprendeva dopo lo stop di Agosto, quindi, tutti davanti alla cappella (grotta) con la statua della Madonnina, per il rosario e la benedizione, poi via libera ai giochi o al salone del cinema, con i classici di Ridolini, Cric e Croc (Stanlio e Ollio) ed altri film; i preferiti erano i film western, pubblicizzati nelle varie locandine appese in Affori, di cui una in via Osculati.
Nella cabina di proiezione, famosi erano "el Scheggia, el Cotopi, poi el Renato Panzer e l' Ettore Casella detto Casellun; urla e grida della platea quando la pellicola si rompeva ed odor di bruciato cun el Cotopi che accendeva col fiammifero i pezzi di pellicola tagliata. Dopo la proiezione del film, ancora qualche gioco, per tirà l’ura de andà a cà, poi ciao... ciao e… fine della domenica.
Mia madre, volle sapere com’era andata, se ero contento, e se sarei andato ancora. Da quella domenica pomeriggio, sino alla chiusura definitiva dell’Oratorio di Via Brusuglio non mancai una domenica.
Le intense ore di giochi, di vere amicizie e… di fede, negli anni 1949/1957,
con Don Paolo Redaelli, Don Angelo Bonalumi, e con chi “studiava de pret” “ahimè” terminarono, la nuova struttura in Viale Affori non piaceva molto, ed eravamo sotto lo sguardo “del Prevost", essere osservati non piaceva a nessuno, e la sua proibizione di fare del cinema all'aperto fù il colpo di grazia. Don Angelo cercò di tenere riunito il gruppo di Via Brusuglio, ma le prime fidanzatine e il servizio militare (15 mesi) rese tutto inutile, i 200/300 giovani e forti che affollavano Via Brusuglio si sparsero per i tanti bar di Affori.
Il nuovo Oratorio fu frequentato dai giovanissimi, ci vollero anni per ritornare ad un alto livello di frequenza.
Ogni volta che passo in Via Brusuglio, una vena di malinconia (magun) mi pervade e per un istante, i ricordi mi riportano indietro di 50 anni, ma al primo incrocio stradale, devi pensare ad altro.
Pertanto, è doveroso un ringraziamento per i due coadiutori di allora e salutare i tanti:
Mario, Luciano, Franco, Bruno, Attilio, Carlo, Giorgio, Mauro, Luigi, Cesare, Paolo, Francesco, Enrico, Alfredo, Silvio, Federico, Antonio, Osvaldo, Silvano, Gianni, Sergio, PierAngelo, Franco, Renato, Giovanni, Emilio, Giuseppe, Marco, Giovanni e...
tanti... ma tanti... altri.


NB.
Le locandine esposte in 5/6 zone di Affori, valevano per tutti gli abitanti della zona, che potevano usufruire dell’Oratorio come un cinema vero e proprio al sabato sera ed alla domenica, famose restano le proiezioni dei “Sette samurai” e specialmente dei “Dieci Comandamenti”che venne riproposto per quasi due mesi di seguito.

La gara di catechismo fu voluto dal coadiutore Don Paolo, in quanto il Parroco di allora Don Tognola, affermava che all'oratorio S. Tarcisio, i ragazzi andavano solo per giocare al pallone e per il cinema. Così quando Don paolo propose questo "duello" venne immediatamente accettato, e i ragazzi e le ragazze (10 contro 10, si "scontrarono in chiesa davanti a centinai di persone. Eravamo tutti bravi, ma l'emozione troncò le parole proprio alle ragazze più brave e noi vincemmo.










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