Nathan Morrison il cavaliere del West - 2 episodio - Nathan Morrison the West Knight - 2 episode - Nathan Morrison el Caballero del Oeste - 2 episodio -



Racconto Western di pura fantasia 
di Berto Bertone, 
le immagini sono state riprese in Internet.
Per leggere il primo episodio di Nat Morrison 
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2 episodio. La donna e il lupo

Nathan stava lasciando un paesino senza nome, anzi addirittura con tanti nomi relativi ai primi coloni che in quel posto si erano fermati in quanto servito da un ruscello che forniva acqua in quantità. Aveva vinto una grossa somma a poker nel saloon di Ma Rosy che in quel momento dava il nome alla città: Rosyville. I suoi avversari erano incavolati perché perdevano e di molto, ma poteva essere il loro modo per farli vincere di più, in che modo? Facendolo passare per un baro e farlo impiccare. Nat però ci sapeva fare soprattutto con le pistole, quando sentì mormorare la parola “baro”, non la fece ripetere una seconda volta, si mosse come un fulmine, senza alzarsi dalla sedia, puntò la derringer, presa dal taschino del gilet sul loro capoccia, un tipo dai capelli rossi, poi si alzò svelto in piedi e con un veloce gioco di mano cambiò la derringer con la più potente colt a sei colpi.  La derringer era una rivoltella che si nascondeva nelle tasche o nelle maniche larghe della giacca, stava nel palmo della mano e spesso era letale perché le ferite diventavano infette e portavano alla morte per emorragia.


 

Il barman gridò fermi tutti, puntò la doppietta contro il gruppo, Nat che nel frattempo era passato dalla derringer alla colt puntò la pistola contro il grande specchio del bar, Mamma Rosy che era la vera proprietaria del saloon urlò: non sparate e tu Buck metti via la doppietta. Nat indifferente sempre con la pistola ora puntata di nuovo sul capo dei giocatori, raccolse tutte le sue vincite con la mano sinistra riempiendosi le tasche. Mentre con l’altra mano, teneva puntata la Colt, uscì indietreggiando dal saloon. Appena uscito, passò fra i cavalli allacciati alla sbarra e sganciò le cinghie delle selle.
 
Poi salì sul suo cavallo dal pelo nero e partì al galoppo verso il sud, arrivato al ruscello che dava acqua alla città lo attraversò, raggiunse la prima curva della strada, non visto, girò il cavallo, entrando tra gli alti cespugli e ritornò al ruscello, attese l’arrivo degli altri. Ci misero molto perché come salivano a cavallo, le selle sganciate trascinarono per terra i giocatori. Questi imprecando rimisero su le selle poi partirono all’inseguimento. Attraversarono il ruscello, non si accorsero che Nat era a pochi metri da loro che con una mano serrava la bocca del cavallo per non farlo nitrire. I giocatori, non tutti cow boy, si allontanarono velocemente per cercare di raggiungerlo. Nat usci dai cespugli ove si era nascosto, riattraversò il ruscello e ritornò al saloon, entrò questa volta con in mano due colt, gridò al barista di dargli un doppio whisky, sotto gli occhi esterrefatti degli altri giocatori e delle donnine di Ma Rosy.
Dopo aver bevuto il doppio whisky disse ad alta voce: - Il vero baro è l’uomo dai capelli rossi, l’avevo capito, non per niente sono stato sceriffo, ho vinto onestamente. Se il suo cavallo è il pezzato con la sella messicana piena di lamelle e borchie argentate, provate a pensare come un semplice cow boy a 8 dollari al mese avrebbe potuto comprarla, a Voi il responso finale. Salute a tutti e godetevi questa serata con le belle ragazze di Ma Rosy, addio. 




  
Uscì dalla città per andare a Samueltown, dove avrebbe trovato degli amici e passato delle belle serate giocando a poker onestamente e poi salendo in camera di qualche piacente ragazza del famoso saloon, tenuto appunto da Samuel, doveva però percorrere circa un’ottantina di miglia. Prima di pernottare aveva già percorso un quarto del cammino e guardandosi spesso alle spalle per vedere se i suoi nemici lo stavano inseguendo ma non c’era nessuno.


Era notte inoltrata, si tolse comunque dalla strada, si accampò tra piante e un folto gruppo di cespugli, al riparo da ogni sguardo, strigliò prima il cavallo, poi accese un piccolo fuoco, si preparò un caffè bollente com’era d’uso e mangiò una galletta con delle strisce di carne essiccata che portava sempre con sé. Mangia e bevi quando puoi, era un detto che veniva spesso ripetuto a chi faceva lo scout per inseguire Geronimo o altri capi apache sino alla Sierra Madre o al Rio Grande con i soldati del generale Crook. Il suo cavallo era anche addestrato per fare da guardiano e avrebbe segnalato la presenza di chiunque si fosse avvicinato.
 Il cavallo rimase tranquillo tutta la notte, Nat dormì sodo con la testa appoggiata alla sella avvolto nella sua pesante coperta di lana, che usava da molti anni ed era ancora adatta per i suoi accampamenti all’aria aperta. In caso di pioggia o neve si portava anche una tela cerata in cui avvolgersi ed il suo grosso stetson gli avrebbe coperto il viso e la testa,
 

vicino alle mani teneva pronte le sue colt per qualunque evenienza. Ovviamente anche per il suo cavallo disponeva sia di una coperta che di un telo. L’aria fresca del mattino lo svegliò, subito andò sulla strada sterrata per vedere se c’erano degli inseguitori, ma non c’era nessuno, la strada era deserta, l’inseguimento era finito, ritornò all’accampamento, ravvivò il fuoco e riscaldò il caffè, diede due manciate di frumento al cavallo, lo sellò. Risalito in sella, proseguì sulla strada per Samueltown, doveva percorrere ancora una cinquantina di miglia, sarebbe entrato in città entro due giorni al massimo perciò doveva accamparsi ancora per una notte.
Per tutto il giorno continuò a cavalcare. Si fermò una volta sola e vide che non era per nulla inseguito, la strada era deserta, i suoi rivali avevano rinunciato alla sua cattura.
Avendo capito che il cavallo desiderava correre, alternò il trotto al galoppo e così fece per tutta la giornata fermandosi solo per un pranzo veloce e per accudire il cavallo.
Il paesaggio era rappresentato da grandi pascoli adatti all’allevamento del bestiame sino ai grandi boschi che costeggiavano le colline lontane. Strano, nessun allevatore o colono si era qui stabilito, non vedeva ranch o fattorie da quando aveva lasciato Rosyville, la città dei bari.
Giunse il tramonto, percorse ancora qualche miglio per trovare il posto più adatto ad accamparsi al sicuro, la strada sterrata lasciava pochi segni del suo passaggio in quanto i zoccoli non rimanevano impressi sul duro terreno e i sassi, che se appena smossi avevano dei segni di umidità, col sole e con l’aria si asciugavano subito e rendevano difficoltoso seguire le tracce, forse solo un indigeno avrebbe potuto seguirle, ma gli indiani si erano spostati a nord ovest e perciò erano lontani una cinquantina di miglia anche se probabilmente venivano a cacciare nei fitti boschi presso le colline, erano pur sempre lontani.





 Rifece quanto fatto la sera precedente ma prima di addormentarsi nel caldo della coperta di lana, ricontrollò nuovamente la strada e lasciando libero il cavallo si addormentò sempre con un occhio vigile come faceva ai tempi della caccia agli apache.
Appena sveglio controllò la strada, visto che risultava stranamente deserta completò con calma tutte le cose relative alla partenza, dal cavallo, alla colazione e poi salì in sella e partì. Se tutto filava liscio sarebbe arrivato in città al pomeriggio inoltrato o all’inizio del tramonto in tempo per sistemare il cavallo, fare un bel bagno, passare dal barbiere e entrare nel saloon di Samuel. Qui, accolto dagli amici di un tempo, tra bevute e partite a poker avrebbe fatto tardi per poi passare il resto della notte in camera con qualche ragazza del saloon.
Dopo aver percorso una decina di miglia vide in lontananza una fattoria, pensò di fermarsi a riempire la borraccia e scambiare qualche parola con i proprietari, era ritornato ottimista. Man mano che si avvicinava però il suo ottimismo cominciò a diminuire e a poco a poco, in vista della fattoria il suo buon umore fini.
Dalla fattoria non usciva un filo di fumo, i prati che una volta erano stati coltivati ora erano colmi di erbacce, la fattoria era abbandonata, solo in lontananza vide delle vacche pascolare liberamente, di sicuro tra i cespugli e le piante doveva esserci acqua, un fiumiciattolo o un ruscello altrimenti i bovini ormai inselvatichiti non sarebbero rimasti nei dintorni. Ma perché la fattoria era deserta? Ciò era un mistero.






 Raggiunto il cancello che era marcio e messo di traverso, scese da cavallo, lo spostò e entrò sino a raggiungere il pozzo, la parte del pozzo che non si vedeva dalla strada era crollata, fischiò e il suo cavallo lo raggiunse, sfilò la pistola dal fodero e si avvicinò alla porta d’entrata dell’edificio.
La porta era sbarrata, quindi pensò che i suoi proprietari avevano deciso di andarsene ma non riusciva a capirne il motivo, girò attorno alla fattoria sempre con la pistola in mano e trovò delle tracce relative a un carro da pionieri, ma erano di molto tempo fa, quindi la famiglia se n’era andata per dei loro motivi, il mistero persisteva.
Completò il giro attorno alla fattoria, ripassò davanti al pozzo e poi ritornò sulla strada seguito dal cavallo, salito in sella, osservò a lungo il tutto non sapendosi dare una risposta a questo abbandono, colpì con le ginocchia i fianchi del cavallo che ripartì.
Fece circa venti miglia quando scorse un’altra fattoria e man mano che si avvicinava capì che anche questa era stata abbandonata da anni, il mistero aumentava. Pure qui la natura selvaggia aveva prevalso sulle colture, la porta di casa era sprangata, dietro l’edificio c’erano delle tracce di un carro per coloni e il pozzo era crollato esattamente come quello precedente, strano.







Ora mancavano solo una ventina di miglia per la citta, a Samueltown avrebbe forse risolto questo mistero che lo stava avvincendo.
Tolse lo stetson, lo riempì con l’acqua della borraccia e diede da bere al cavallo, fece a piedi quasi un miglio per sgranchirsi le gambe seguito dal cavallo, poi ritornò in sella e voltandosi indietro non vide nessuno, né un cow boy né un carro, per cui proseguì. Sulla destra della strada sterrata un cartello segnalava che mancavano soltanto 15 miglia per la città, era comunque un segno di vita. Mise il cavallo al passo e procedette con la massima tranquillità.
Dopo 5 miglia, a 10 della città, vide un’altra fattoria, finalmente era abitata, dal camino spuntava un filo di fumo, si sarebbe fermato a scambiare quattro parole con gli abitanti avrebbe riempito la borraccia mezza vuota, era ora di vedere gente viva.
Quando arrivò all’ingresso del cortiletto gli sembrò sentire un ululato e vide un cane lupo, anzi un vero lupo allevato in famiglia. Il suo ringhio fece uscire di casa una donna che aveva in mano una doppietta.
 

Che volete… disse a Nat - Col vostro permesso Signora, vorrei prendere un po' d’acqua e poi andarmene in città… - Entrate e fate pure, e se volete, visto che siamo quasi al tramonto potreste restare a cenare con me e i miei due cowboy, se non continuano a gozzovigliare al saloon. Entrate… entrate dunque a dissetarvi.
Nat notò che i due cani della doppietta erano sollevati all’indietro e pur esitando, s’avvicinò al cancello che stava tra due filari di cespugli spinosi, lo spostò ed entrò sino al pozzo rimanendo sempre in sella.
La sua entrata fu accolta da un ululato da brivido e un ringhio furioso, la donna zittì il lupo che chiamò Woolf.  Nat si fermò presso il pozzo ma non scese da cavallo, comunque si presentò: sono Nathan Morrison, la donna disse di chiamarsi Annie Jorgensen e che era vedova.
Siccome non scese da cavallo, Annie ripete: - Scendete e prendete tutta l’acqua che volete e se accettate la mia offerta potete restare a cena.
-Signora Annie, disse Nat - Con un lupo ringhiante pronto ad azzannarmi e una doppietta puntata addosso con i cani alzati, io non scendo da cavallo. Sempre tenendo d’occhio sia le mani della donna che appariva furiosa quasi come la sua belva disse: - Spiacente, ma tolgo il disturbo vado direttamente in città. Mentre girava il cavallo sulla sinistra, vide la mano della donna artigliare la doppietta e le dita stringersi sui grilletti, fu un attimo, si buttò dalla sella mentre partì un colpo che colpì il cavallo di striscio sul posteriore, nello stesso istante scattò pure il lupo. Nat rotolò due volte sul fianco destro con la pistola in mano riuscendo a mettersi al riparo del pozzo, evitò così il balzo del lupo che passò sopra di lui, poi sparò alla donna colpendola all’avambraccio destro facendole cadere la doppietta, indi si girò su sé stesso e sul lupo ringhiante e pronto a scattare, scaricò ben 4 colpi. Il lupo colpito si accasciò ai suoi piedi mandando urla di dolore superiori a quelli della sua padrona che ora cercava di sollevare nuovamente col braccio ferito la sua arma.
Nat sparò prima di lei e il suo ultimo colpo la colpì nella mano sinistra, la donna pur non riuscendo ad alzare la doppietta riuscì a premere il grilletto sparando, il colpo diretto verso il basso, colpì il muro del pozzo. Nat prese la seconda pistola e visto che Woolf era ancora vivo gli sparò in testa, dalla gola di Annie uscì un urlo straziante, ululava e ringhiava come il suo lupo gridando Wolf… Wolf… Wolf!
Nat con un balzo la raggiunse, la colpì col calcio della pistola e lei cadde svenuta a terra. 
Immediatamente, le tolse la veste ed il grembiule poi fece a strisce la veste per farne dei 
legacci e legarla saldamente le mani le braccia e le gambe. Sempre con queste pezze, bendò 
le due ferite. Così immobilizzata, la trascinò fuori vista dietro il pozzo, prese per la coda 
il lupo e lo mise sopra di lei, il peso della bestia l’avrebbe tenuta distesa senza possibilità 
di liberarsi.
Per maggior sicurezza e per muoversi liberamente, le diede un altro colpo in testa, raccolse la doppietta e nelle tasche del grembiule trovò e prese una decina di cartucce, caricò la doppietta per fare un giro attorno alla fattoria. Trovando però la porta spalancata della casa sali i tre gradini e entrò con la doppietta in pugno.
Sulla soglia sentì un forte odore di escrementi ma soprattutto di corpi in decomposizione ciò lo indusse a mettersi la bandana sul viso lasciando fuori solo gli occhi.
Girò lo sguardo a destra e sul fondo vide un giaciglio enorme, in pratica era una camera da letto, si vedeva un grande telo piegato in due a forma di sacco in cui era stato inserito del fieno e che serviva da materasso, vi potevano stare tre persone ma vedendo ai lati del materasso degli escrementi capì che il letto serviva anche per il lupo.
Ma l’acuto odore dolciastro della morte lo fece girare e andare verso sinistra. Qui lo spettacolo era ancor più raccapricciante, si avvicinò e vide che si trattava del corpo nudo di un giovane, ma altri tre corpi nudi giacevano dietro la legna accatastata, probabilmente cowboy, tutti avevano della bava secca sulle labbra. Erano stati avvelenati mentre mangiavano o magari quando erano nel letto con Annie.  Tre erano comunque morti da due o tre giorni e quello più vicino a lui il quarto, forse era morto quella notte stessa.
Se accettava di fermarsi a cena anche lui avrebbe fatto la stessa fine, poi pensando che i cadaveri puzzavano ed erano visibili la donna avrebbe sicuramente scelto per lui un altro tipo di morte, magari aiutata da suoi due uomini.
Annie aveva parlato di due cowboy che avrebbero potuto arrivare in qualsiasi momento perciò uscì all’aperto, si tolse la bandana dal viso facendo ampi respiri poi si asciugò il sudore che colava sul volto. Andò verso il cancelletto passando presso il suo cavallo, vide che aveva decine di pallini nel posteriore destro, dovette però andare prima a vedere se arrivava qualcuno.
Sulla strada, sia da destra che da sinistra, non arrivava nessuno, non vide alcuna polvere che potesse indicare l’arrivo di cavalli al trotto o al galoppo.
Ritornò indietro presso il cavallo, prese una pomata lenitiva dalla borsa da sella e la spalmò leggermente sulla pelle bucherellata del cavallo che sbuffò di sollievo.
Spostò il cavallo in modo da nasconderlo alla vista di chiunque passava mettendolo contro la siepe di sinistra che risultava più alta per cui non si poteva vederlo. Con la doppietta in mano e le pistole cariche si mise in attesa dei due uomini, li avrebbe immobilizzati come la loro padrona, quindi avrebbe completato il giro della fattoria.
Il sole era ancora alto e la visione perfetta quando il suo cavallo divenne nervoso, allungò il viso oltre la siepe e vide giungere al trotto un giovane.
Chiuse il cancello e rimase nascosto dietro le siepi.
Il giovane cowboy con qualche parolaccia scese da cavallo, aprì il cancello ed entrò, non fece in tempo a guardarsi attorno che fu colpito in testa dal calcio della doppietta e cadde pesantemente a terra.
Nat lo immobilizzò come aveva fatto con Annie, lo trascinò dietro il pozzo presso di loro, il mucchio si ingrandiva sempre più, prese per le redini il cavallo del giovane lo portò alla sbarra apposita per i cavalli, presso la porta della fattoria, così dava l’impressione che il giovane fosse entrato in casa con la padrona e il lupo.
Si dimenticò di chiudere il cancello, quando arrivò l’altro cowboy entrò col cavallo sino alla porta e passando a fianco al pozzo vide Annie il lupo e l’amico stesi a terra. Scese da cavallo con la pistola in mano dalla parte destra proprio dove Nat stava con la doppietta già puntata. Il cowboy come lo vide gettò via l’arma e gridò di non sparare.
Nat si avvicinò e colpì di nuovo col calcio del fucile anche il secondo cowboy sulla testa tramortendolo, lo legò e lo mise a fianco degli altri.
Iniziò quindi a fare il giro della fattoria senza però entrare nuovamente in casa.
Girando attorno arrivò sul retro dove trovò tre carri usati dai pionieri, erano tre conestoga. 






Facendo il conto, capì che due dei tre carri dovevano appartenere alle famiglie delle due case coloniche abbandonate e con i pozzi fuori uso, le due famiglie non erano andate via ma probabilmente erano state eliminate, tutti quei bovini inselvatichiti, visti nei pascoli a ridosso delle piante e dei cespugli erano di proprietà delle due famiglie scomparse, si erano riprodotti in quanto tra i cespugli e le piante doveva esserci dell’acqua.
Senti un nitrito e dei calpestii, tenendo in mano la doppietta, si avvicinò ad un capanno costruito a fianco dell’edificio principale, aprendo il portone vide che c’erano ben 12 cavalli da tiro ben tenuti, vide dei secchi coperti da un telo, li scoprì, erano colmi d’acqua e per giunta in fondo alla stalla vi era una cisternetta, che risultò anch’essa piena d’acqua, ovviamente per il loro abbeveraggio. Più tardi lui stesso li avrebbe abbeverati.
Controllò i tre conestoga, ebbe l’impressione che erano pronti per partire essendo stati ingrassati per bene. Diede un’occhiata al primo carro sollevandone il tendone di tela cerata, risultò vuoto così pure il secondo, sul terzo invece vi trovò ben cinque selle. Annie e i suoi due uomini avevano incominciato e caricare i carri, molto probabilmente volevano andarsene.
Le cinque selle sul carro fecero pensare che vi doveva essere un altro cadavere ma dove? Doveva far parlare i prigionieri con le buone e con le cattive per sapere tutto su ciò che era successo.
Proseguì il girò dell’edificio e arrivò alla stalla vera e propria, pensava di trovarvi cinque cavalli ma ciò che vide appena entrato lo fece inorridire e rimanere con la bocca aperta.
Nella grossa stalla non c’erano cavalli o mucche, ma su delle sbarre poste su assi, nonché su un tavolone centrale, vi era ben esposto tutto ciò che era stato depredato a chi era toccata la sorte di intrattenersi con la donna, il lupo, e i suoi due uomini, tutto in modo ordinato, come in un magazzino per essere venduti. Sopra una sbarra a destra, disposte una dopo l’altra figuravano 12 selle con le relative briglie, gualdrappe e borse da sella, sul tavolone erano esposti 17 cinturoni con relative pistole, 17 carabine winchester con qualche doppietta, coltelli e altre armi.



 
Su diciassette delle 18 sedie poste a sinistra vi erano 17 vestiti quasi tutti da cowboy con vari tipi di cappelli bandane e copri pantaloni di pelle, sotto le sedie invece facevano bella mostra altrettanti stivali ed altro, infine su un tavolino a parte: orologi da taschino, anelli, catenelle, bracciali e in una borsa che Nat aprì, conteneva un bel po' di dollari forse un migliaio.
Vedendo una sedia vuota, la diciottesima, gli venne da pensare che se fosse caduto nelle grinfie di Annie, del lupo e dei suoi uomini, era già pronta per il prossimo cavaliere ovvero lui stesso.
A questo pensiero gli vennero dei brividi, esaminò tutto ciò che era esposto e pensò che 17 sedie piene equivalevano a 17 cadaveri, 4 erano ancora in casa ma gli altri dov’erano? E i loro cavalli?
Uscì dalla stalla trasformata in magazzino, si guardò in giro, poi mise due dita in bocca e fischiò diverse volte, era il fischio che usava per richiamare il suo cavallo, sentì il nitrito del suo cavallo, e all’improvviso, in un prato vicino, nascosto da una folta vegetazione udì diversi altri nitriti. Nat percorse velocemente la distanza, svoltò in un prato e trovò un corral ben curato, dove tranquillamente i cavalli dei defunti, pascolavano e bevevano l’acqua da una grossa pozza appositamente scavata.





 Trovati i cavalli, ora occorreva trovare i corpi dei loro padroni, e per non perdere tempo decise di interrogare il cowboy più giovane.
 Ritornò al pozzo, i due si erano ripresi dalle botte sulla testa e pure la donna che continuava a gridare wolf…wolf, appena lo vide si mise ad urlare parolacce a non finire, Nat che aveva ancora fra le mani la doppietta la prese per la canna e l’alzò, la donna smise di urlare e piagnucolare, il calcio del fucile scese ma invece della donna, Nat colpì il vecchio che svenne nuovamente.
Con il vecchio svenuto, Nat agguantò il giovane lo trascinò sempre legato dentro la fattoria e lo mise a bocconi sul primo dei 4 cadaveri, il giovane gridò, quando senti la canna della doppietta sulla testa si mise a piangere e se la fece addosso dalla paura. – Ragazzo… disse Nat, - dimmi dove sono gli altri cadaveri o sei morto, con un colpo di questa doppietta ti spappolo il cervello o quella parte del corpo che hai usato sulla donna che dice di chiamarsi Annie e di essere, se vero, la vedova Jorgensen, parla o… - Si... sì, parlo… parlo ma toglietemi da qui, al di là dei 5 grossi alberi sul lato sinistro della fattoria vi è una fossa comune non ancora del tutto coperta… - Dove sarei stato messo io o un altro povero malcapitato, ragazzo… se ciò che dici corrisponde al vero, ti porterò in città con gli altri per essere processati da un giudice della contea… altrimenti vi ammazzo tutti e tre come ho fatto con Wolf, vi porto in casa, prendo i dollari  che sono nella borsa, tutti i cavalli e prima di andarmene brucio tutto.
Con un altro colpo in testa stordì il ragazzo e lo lasciò sul cadavere in decomposizione, controllò i legacci e si apprestò a visionare la tomba. Uscì dalla casa, vide che il vecchio era ancora svenuto e la donna Annie era ormai fuori di testa, girò attorno all’edificio sul lato sinistro, vide i 5 grossi alberi li sorpassò e scorse una fossa, si avvicinò e senti subito odore di putrefazione, l’ultimo cliente del trio era ancor mezzo scoperto e a fianco c’era posto per altri cadaveri, i 4 in casa e forse anche il suo.
Lasciò la fossa comune nello stato in cui si trovava, aperta in modo che lo sceriffo di Samueltown avrebbe facilmente fatto riesumare tutti i cadaveri oppure vi avrebbe sepolti pure gli altri 4.
Doveva decidere cosa fare e subito, il tramonto era alla fine del suo ciclo e la sera avrebbe preso il suo posto oscurando la strada, mancavano 10 miglia alla città e se non partiva subito vi sarebbe giunto col buio della notte. Pensò di prendere uno dei carri e caricarvi i tre compari, ma decise di usare un modo più spiccio.
Prese i cavalli dei 2 cowboy, su una sella mise il giovane di traverso con la faccia a destra della sella e mise un piede nella staffa sinistra legandolo, legò le mani nella staffa destra, poi prese il vecchio e lo mise al contrario legando le mani nella staffa dove c’era il piede del giovane e i piedi nella staffa dove aveva legato prima le mani dell’altro.
Invece mise la signora Annie sul secondo cavallo con in grembo il lupo morto, legò entrambi con lo stesso lazo in modo che potevano cavalcare senza cadere, le mani della donna erano legati al pomo della sella cosicché Wolf in pratica era fra le sue braccia, di certo lei non l’avrebbe fatto cadere visto l’attaccamento che provava verso la povera bestia.



 Ritornò alla stalla diventata magazzino, prese metà dei dollari che erano nella borsa e li mise nella tasca del suo giubbotto, poi andò nel capanno dei cavalli da tiro, tolse tutto il fieno dalla mangiatoia e svuotò i secchi pieni d’acqua nella stessa, l’acqua comunque non era abbastanza, perciò in fretta e furia con due secchi per volta andò alla cisternetta in fondo alla stalla, riempì i secchi e li svuotò sempre nella mangiatoia  diverse volte, sentì un rumore si bloccò con la pistola in mano, era solo un ratto che disturbato dalla sua presenza stava fuggendo.
Quando la mangiatoia fu piena d’acqua, prese uno dei cavalli che poteva essere sellato, lo portò al pozzo, gli mise la sua sella e dopo aver chiuso la porta della fattoria, salì a cavallo e tenendo in una mano le redini dei due cavalli con il loro strano carico umano, uscì sulla strada, fece un fischio e il suo cavallo nero lo raggiunse seguendolo nonostante fosse pieno di pallini.
Dovette procedere lentamente e giunse in città poco dopo mezzanotte, durante il percorso i due uomini gridavano e imprecavano mentre la vedova piagnucolava e ogni tanto faceva il nome di Wolf.
Entrato in città, caricò la doppietta, sparò due colpi, la ricaricò e sparò altri due colpi. Dal saloon ancora aperto uscì della gente, non solo uomini ma anche delle donne, mentre in diverse case si accendevano delle lampade a olio.
Lo sceriffo gli andò incontro e vedendo ciò che era legato sui cavalli disse: - Mio Dio che è successo… Nat rispose: - Sono Nathan Morrison, sono stato per anni scout dell’esercito ed anche sceriffo, questi signori sono colpevoli di oltre 20 omicidi e devono essere imprigionati, la signora Jorgensen capeggiava questa banda, nella sua fattoria ci sono ben 17 cadaveri di cui 4 nella sua stessa casa, sembra siano morti avvelenati, probabilmente troverete della stricnina o altri veleni, domani mattina con una decina di uomini dovreste andare a visionare  la fattoria e fare rapporto allo sceriffo di contea. Penso che la signora abbia eliminato o fatto eliminare le famiglie delle due fattorie precedenti che sono in stato di abbandono, dietro la fattoria della signora troverete ben tre carri conestoga anziché uno, i carri sono pronti per partire, i cavalli da tiro sono nella stalla, io monto uno di questi avendo la signora Jorgensen impallinato con questa doppietta il mio cavallo, indicò il suo cavallo e aggiunse, mi sono difeso a colpi di pistola colpendo lei all’avambraccio destro e poi riempiendo di colpi il suo lupo, ho dovuto spararle di nuovo e colpirla alla mano sinistra, perché stava per spararmi sempre con questa  doppietta ma ha finito per colpire il pozzo, dovreste chiamare un dottore per curarle le ferite. Lo sceriffo Bob Altan disse nuovamente: - Mio Dio più di 20 morti… Mio dio… Ho sentito parlare di lei Nathan e molto bene… Poi rivolgendosi alla gente disse: - Domani una decina di Voi verrà con me alla fattoria della signora, lei dottore, curi queste ferite mentre il mio vice porterà i due cowboy che noi conosciamo bene, in cella per essere interrogati… e voi cosa farete Signor Morrison? – Sceriffo resterò in città finché non potrò salire in sella al mio cavallo, firmerò una denuncia e domani mattina verrò con voi alla fattoria della signora Jorgensen.
Entrò nel saloon e a Samuel che dava nome alla città chiese dei suoi amici. Samuel rispose dicendo che erano tornati ai vari ranch per la marchiatura del bestiame ma che il sabato sera sarebbero ritornati per le solite partite a poker e per qualche piacente donnina.



 All’indomani sul piazzale davanti all’ufficio dello sceriffo si erano radunati molti cavalieri oltre ai 10 già scelti, tra loro c’era anche il reverendo Gardiman e il giornalista locale Gustavson con macchina fotografica per i suoi articoli sul giornale locale: Far west gazzette.
Ad un cenno dello sceriffo, i cavalieri misero al trotto i cavalli e dopo due ore arrivarono alla fattoria della vedova, dove smontarono. Lo sceriffo divise i 10 uomini da lui scelti, che avevano prestato giuramento quindi provvisti di una stella erano ora i suoi vice, in gruppi per visionare più posti contemporaneamente come da rapporto fatto da Nat Morrison.
 Inviò due uomini nel corral dei cavalli, due uomini nella stalla appartata dove vi erano 11 cavalli da tiro, due, con lo sceriffo e Nat, entrarono nella casa dove vi erano i corpi dei cowboy morti per avvelenamento. Gli altri due furono inviati dove c’era la fossa comune. Tutti i gruppi furono seguiti da una folla di curiosi guidati dal reverendo Gardiman e dal giornalista, a loro si erano aggiunti altri provenienti dalla città tra i quali spiccavano con i loro vestiti sgargianti e scollati le donne del saloon che Samuel aveva chiuso. I restanti due Vice furono mandati alle fattorie abbandonate, dovevano controllare il terreno e vedere se anche le famiglie proprietarie delle fattorie, erano state a suo tempo uccise e sepolte.
Tutti constatarono che il racconto di Nat era veritiero, trovarono i corpi, nell’armadio diverse confezioni di stricnina, nella stalla vera e propria, esposti come su bancarelle di un mercato videro: selle stivali fucili rivoltelle capi di abbigliamento e stivali e la borsa con il denaro. Nel terzo conestoga trovarono le cinque selle che mancavano dalla stalla, videro i carri pronti all’uso e nell’altra stalla i cavalli ben pasciuti.
Poi passarono al corral dove 17 cavalli mangiavano come se non fosse successo niente, erano diventati nervosi per l’andirivieni della gente che andava da un posto all’altro colmi di curiosità. Il giornalista continuava a fare foto, era l’unico ad essere contento di questa brutta situazione, sperava di vendere il suo giornale in tutto il west con un bel guadagno per “Far west gazzette”. Qualche ora dopo arrivò un’altra brutta notizia, gli inviati dello sceriffo alle due fattorie abbandonate, avevano trovato i cadaveri delle famiglie, erano stai buttati nei pozzi, la scoperta era dovuta al fatto che gli uomini, con il loro rumore avevano fatto fuggire dai pozzi distrutti, diversi grossi ratti e loro con una scrupolosa occhiata, in fondo ai pozzi avevano potuto vedere i resti di quella povera gente.
Lo sceriffo si fece portare la borsa in cui si trovavano le banconote e la sequestrò, poi lasciando degli uomini a guardia della fattoria e dei cavalli, fece ritornare tutti in città non prima di aver comunicato ai guardiani che avrebbe inviato loro da mangiare e altri uomini fidati per la guardia notturna. 

 La macabra notizia in pochi giorni, grazie al telegrafo si sparse in tutto l’Ovest e andare a Samueltown divenne quasi un pellegrinaggio, i corpi dei morti, furono sepolti nel cimitero della città in un recinto a parte. Dopo che i due cowboy e la signora Annie Jorgensen vennero giudicati colpevoli di omicidio plurimo e impiccati, anche i loro corpi furono sepolti nella parte del cimitero recintato insieme agli altri e sulla lapide fu scritto:





 Il pellegrinaggio continuò per diversi anni, il signor Samuel aggiunse due piani al suo saloon che divenne in pratica un albergo. Molta gente veniva anche dall’est, la storia della donna col lupo era diventata leggenda, la gente ora diceva: andiamo a vedere la DonnaLupo e i suoi numerosi morti. Lo sceriffo Bob Altan dette le dimissioni e fece da anfitrione ai turisti, il giornalista vendeva le sue foto e il reverendo Gardiman continuava a pregare e benedire tutti, sia i morti che i vivi con tanti... Amen.

Concludiamo dicendo che Nathan Morrison, divenne ancor più ricco, riuscì con i migliori avvocati della Contea a farsi dare di diritto un terzo della vendita di tutto ciò che si trovava nella fattoria: cavalli e bestiame inselvatichito, rinunciando a tutto quanto esposto nella stalla magazzino. Appena il suo cavallo si ristabilì dalla fastidiosa ferita, saltò in sella dopo aver offerto a tutti amici e non, comprese le allegre ragazze di Samuel, dei bei bicchieri di Whisky come succedeva allora nel Far west. 




Nathan Morrison
 il cavaliere del west





NB: Nel caso di poco erba biada o fieno, al cavallo si dà anche del frumento o del granturco.

Vedi anche il video clip.



B.B. 
saluta tutti gli amici invitandoli a visitare 
anche gli altri spot.

C I A O


Berto Bertone 







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